Medicina, scienza esatta?

La medicina è una scienza esatta?

Spesso si è portati a pensare che la medicina sia una scienza esatta. Ma è davvero così?

La scienza è sempre neutra. e non ci dice ciò che è giusto, o ciò che è sbagliato. La scienza – e quindi anche quella medica – ci consente di conoscere ciò che ancora non conosciamo, ma che già esiste, e che Qualcuno ha messo a disposizione.

La scienza ci consente di conoscere ciò che c’è, ma che ancora non conosciamo. Essa non è né buona né cattiva. E’ l’uso che se ne fa che può essere buono o cattivo. Anche la bomba atomica è una scoperta scientifica. Ma, non mi sembra che sia un buon uso che si fa della scienza. La scienza è sempre neutra. Ecco perché la scienza, anche nel campo della medicina, come nel caso dei vaccini, non può essere considerata sempre esatta. E’ l’uso che se ne fa che può essere buono o cattivo.

E’ nostra ferma convinzione che i vaccini siano una conquista di civiltà, ancor prima che sanitaria. I benefici ottenuti nei paesi che già ne fanno uso, rappresentano e confermano questa convinzione.

La scienza e la conoscenza, le ricerche e i risultati fin qui ottenuti, anche nel campo dei vaccini, non possono che essere al servizio del “bene comune” quale è la salute. Come pure ne sono altrettanta testimonianza le situazioni di degrado sanitario e ambientale in quelle realtà che ancora non beneficiano appieno dei vaccini. Ogni persona umana è unica nel suo genere, anche sul piano fisico-biologico-genetico. A maggior ragione quando si tratta di un bambino, ancorché fragile e privo degli anticorpi necessari, quale è un neonato. Da qui segue l’esigenza che i vaccini prodotti siano privi di sostanze contaminate e non contaminanti, ma occorre anche conoscere clinicamente la persona a cui il vaccino è destinato.

Dare per scontato che ciò che va bene per 100 persone vada bene anche per 101, oltre che falso è dannoso. I medici onesti lo sanno.  Ecco perché è doveroso, prima della somministrazione dei vaccini è necessario accertarsi che il destinatario che il destinatario non sia portatore di patologie che possano essere in contrasto – come con tutti i farmaci – con il vaccino.

Non è assolutamente in discussione la validità dei vaccini […].
Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare e quindi riconoscere il danno provocato.

Anche la medicina non è una scienza esatta, e qualche volta l’incidente ci può scappare.

Ed è umano saperlo e volerlo riconoscere.

Ma non è giusto eticamente e professionalmente, trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” pur di non ammettere l’errore.

Non è nostra intenzione mettere in discussione la conquista, sanitaria e civile, dei vaccini. Ma sostenere che i vaccini non sono mai causa di effetti collaterali, è una grande falsità.

E questo i medici lo sanno molto bene.

Un confronto su questi temi non può essere liquidato semplicemente perché “si teme la messa in discussione della obbligatorietà dei vaccini”.

Spesso, quando si affrontano questi argomenti, si rischia di essere accusati di essere contro i vaccini. Ma non è così.

Inoltre, il tema dei vaccini coinvolge diversi “soggetti”, a partire dai bambini che sono sicuramente i maggiori destinatati.

Sono soggetti interessati: le struttura sanitarie, pubbliche e private (ambulatori, ospedali, ASL, Ministero della Salute), le case farmaceutiche produttrici dei vaccini.

Il timore dell’apertura di un dibattito sulla obbligatorietà dei vaccini non deve mai essere l’alibi per non affrontare un corretto e onesto confronto sul tema molto delicato dei vaccini.

Non è assolutamente in discussione la loro validità che, peraltro, ha consentito la prevenzione di tante malattie, purtroppo ancora presenti in quei paesi dove i vaccini non sono ancora una conquista.

Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute) e quindi riconoscere il danno provocato.

La scarsa volontà di affrontare serenamente il tema dei vaccini con obbiettività, porta certamente ad una maggiore cautela (se non diffidenza) anche nelle vaccinazioni.

Gli interessi economici che pure ci sono dietro la (massiccia) somministrazione dei vaccini, non possono né devono mai condizionare le decisioni che riguardano la salute.

Ecco perché aumenta la diffidenza nei vaccini e il calo denunciato in questi giorni.

Vaccini e disturbi - bambino/a

Correggere gli errori

Può succedere (e succede) che, ci siano “soggetti” portatori di patologia che a contatto con alcuni vaccini sviluppano danni i cui effetti collaterali spesso non sono noti, o sottovalutati.

Ecco perché – quella dei vaccini – è una materia da non sottovalutare.

La scarsa conoscenza degli eventuali effetti collaterali dei vaccini, può indurre anche a situazioni sgradevoli.

Non si tratta di essere contrari, ma di approfondire le conoscenze e gli effetti collaterali che ne possono scaturire.

Non tutti i “soggetti” possono essere predisposti a ricevere quel “tipo di farmaco” (i vaccini sono farmaci), a maggior ragione quando i destinatari sono i bambini e gli anziani.

Purtroppo, quando si ha a che fare con i grandi numeri, si rischia di sottovalutare l’aspetto individuale.

Difficilmente gli “utenti” vengono informati di eventuali rischi che si possono correre anche con i vaccini.

Ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, è prova di onestà etica, intellettuale e scientifica.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo, ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure di produzione e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.

Il tema dei vaccini, infatti, coinvolge diversi “soggetti”, a partire dai bambini che sono sicuramente i maggiori destinatati che vanno meglio tutelati.

Sono soggetti interessati anche le struttura sanitarie, pubbliche e private (ambulatori, ospedali, ASL, Ministero della Salute). Come pure le stesse case farmaceutiche produttrici dei vaccini.

Inoltre, occorre anche conoscere clinicamente la persona a cui il vaccino è destinato.

Dare per scontato che “ciò che va bene per cento persone, va sicuramente bene per centouno”, oltre che falso è anche dannoso. Ogni persona umana è unica nel suo genere, anche sul piano fisico-biologico-genetico.

Nel nostro caso è stato accertato, con la ricerca del DNA (i dati sono disponibili anche per chi volesse prenderne visione), che il“….presumibilmente genetica…” rappresenta semplicemente una formula vuota, priva di ogni riferimento scientifico, ma valida per non riconoscere il danno causato.

Gli “addetti ai lavori” sanno quanto sia delicato affrontare questo tema.

Fa specie, e un po’ preoccupa, che alcuni medici non si pongano il dubbio, o sottovalutano le possibili conseguenze. Le certezze, anche nel campo medico-scientifico, espresse con troppa sicurezza, un po’ allarmano.

Il bisogno di verità e la continua ricerca, rappresentano la base formativa di un medico e di uno scienziato, anche nel campo della medicina.

Anche la medicina – come gli stessi medici sanno – non è una scienza esatta.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

Vaccini e disturbi

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”

…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

Vaccini e disturbi - sito

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.