ABUSO DI POTERE: (LA C.M.O. NON ESAMINA LA RICHIESTA)
“Fare giustizia, non è chiedere vendetta, ma fare emergere la verità, nella sua totalità e non quella manipolata e pilotata da una parte, quella che gestisce il potere e mette a tacere il debole. (come spesso avviene nei processi?) Ma si sa che alla fine di ogni storia la verità viene fuori.”
Da quì la domanda: Come funziona la ricerca della verita’ e la tutela della saluta del nostro paese?
Questi i fatti: almeno quelli che ci riguardano direttamente.
Dopo una accurata raccolta di documenti, in data 8 gennaio 2018 l’ASST Lariana, invia alla CMO di Milano il fascicolo (41 atti e documenti) al fine di esaminare la richiesta di danni da vaccino. Come previsto dalla legge 210/92.
La CMO (sicuramente senza aver preso atto dei documenti allegati, o peggio, con arroganza) in data 5 marzo 2018 trasmette alla ASST Lariana:
“Si comunica che la pratica medico-legale relativa al nominato in oggetto, non potrà essere esperita, in quando questa CMO si è già espressa con Verbale ML/V n. 182 del 02/10/2007, che a buon fine si allega. Pertanto la pratica medico legale sarà archiviata agli atti di questa Commissione. Il PRESIDENTE T.Col. Spe me ROMANIELLO Dr Vittorio”. (vedere allegato in questo sito).
Alla luce di quanto riportato si ritiene che il signor T.Col. Romaniello con questa dichiarazione sia contravvenuto ad un suo dovere (è un militare) istituzionale, in quando non fa riferimento agli elementi nuovi riportati nella documentazione che non potevano essere presenti alla data del 02/10/2007.
In modo particolare citiamo:
– la ricerca del DNA del ragazzo e dei Genitori, che evidenziano la totale assenza
di ipotesi “presumibilmente genetiche” della causa della patologia;
– la incompatibilità dei vaccini in presenza dell’Epatite, di cui il ragazzo è
portatore. Come dimostrato dalla responsabile del servizio vaccinazioni della
stessa ASST Lariana che, in assenza di anti corpi al vaccino anti-epatite, decide
di sospendere la somministrazione del vaccino.
Questi elementi costituiscono oggetto della richiesta del riconoscimento del danno da Vaccino, che sono stati volutamente ignorati dal T.Col. Romaniello.
Le certificazioni (DNA e dichiarazione di incompatibilità dei vaccini in presenza dell’Epatite) non potevano essere presenti alla data del 02/10/2007 in quanto le strutture sanitarie preposte non avevano provveduto a tale notifica.
Alla luce di questi elementi, Il comportamento della C.M.O. che – nella fattispecie si limita alla forma piuttosto che alla sostanza – si rifiuta di prendere in considerazione gli elementi probanti della causa che ha provocato il danno da vaccino.
Due sono le ipotesi: Ho la C.M.O. non ha letto tutta la documentazione, ed è contravvenuto ad un suo dovere istituzionale, oppure non ha voluto tenerne conto per eventuali possibili conseguenze.
Ci rendiamo conto Infatti che la certificazione del danno da vaccino, comporta una serie di responsabilità e conseguenze, quali:
– Aprire le porte alle numerose richieste di risarcimento, come previsto dalla legge 210/92;
– Chiamare in causa anche le case farmaceutiche che hanno prodotto quei vaccini;
– Le responsabilità di chi non ha effettuato maggiori e più severi controlli e non ha vigilato attentamente;
– Le responsabilità di verificare che non ci siano contro-indicazioni con eventuali patologie di cui il destinatario dei vaccini potrebbe essere affetto;
– Ma si teme anche l’apertura di un dibattito sulla obbligatorietà dei vaccini.
Ecco perché è più semplice trincerarsi dietro la formula “presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.
Una semplice dichiarazione di non sussistenza di nesso causale, riduce e annulla
il riconoscimento delle responsabilità di chi deve dare delle risposte ai quesiti fin
qui esposti.
Riconoscere i danni da vaccini, ma soprattutto, conoscere le patologie che
possono essere in contrasto con determinati vaccini, rappresenta un altissimo
senso di responsabilità del nostro S.S.N. Che a quanto pare non si vuole
assumere.
E’ questo il tema sul quale va incentrata l’attenzione, sia della classe medica, sia della classe politica. Ecco perché si ritiene che il suddetto Romaniello sia contravvenuto ad un suo preciso dovere istituzionale.
Pensiamo alla tutela delle responsabilità del Servizio Sanitario Nazionale.

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.