Perché questo sito
Non siamo una associazione, siamo semplicemente una famiglia: padre, madre e figlio. E’ il bisogno di verità, quella vera, non quella di convenienza, che ci sostiene nel rendere pubblico quanto a noi è accaduto .
Abbiamo, quindi, deciso di raccontare i fatti perché crediamo di non essere soli nel vivere l’esperienza dei danni che i vaccini possono provocare.
Ma anche perché crediamo che esporre le vicende da noi vissute possa contribuire a migliorare (scusate la presunzione) la funzione clinico-sanitaria dei vaccini.
Ciò che ci indigna, e ci spinge a rendere pubblica la nostra storia, è la constatazione che i “poteri forti” trovano più conveniente, anche nelle aule di giustizia, la possibilità di negare l’evidenza dei fatti pur di non ammettere le proprie responsabilità.
Non è nostra intenzione mettere sotto accusa i vaccini.
I vaccini sono prima di tutto una conquista di civiltà, ancor prima che sanitaria. I benefici ottenuti nei Paesi che già ne fanno uso rappresentano e confermano questa convinzione.
E’ nostra intenzione, invece, evidenziare come la scarsa conoscenza degli eventuali effetti collaterali dei vaccini può indurre anche a situazioni sgradevoli. Da qui nasce l’esigenza che i vaccini prodotti siano privi di sostanze contaminate e non contaminanti, ma occorre anche conoscere clinicamente la persona a cui il vaccino è destinato.

Non tutti i “soggetti” possono essere predisposti a ricevere quel “tipo di farmaco” (i vaccini sono farmaci), a maggior ragione quando i destinatari sono i bambini e gli anziani.
Purtroppo, quando si ha a che fare con i grandi numeri si rischia di sottovalutare l’aspetto individuale, per questo è necessario anche conoscere clinicamente la persona a cui il vaccino è destinato.
Dare per scontato che “ ciò che va bene per cento persone, va sicuramente bene per centouno ”, oltre che falso è anche dannoso.
Ogni persona umana è unica nel suo genere, anche sul piano fisico-biologico-genetico.
Ci rendiamo conto che il riconoscimento del danno da vaccino comporta una serie di considerazioni, e responsabilità, quali:
– aprire le porte alle numerose richieste di risarcimento,
– chiamare in causa anche le stesse case farmaceutiche che hanno prodotto quei vaccini.
– Le ASL che devono applicare maggiori controlli, verificare che non ci siano controindicazioni con eventuali patologie di cui il destinatario dei vaccini potrebbe essere affetto.
– Ma, soprattutto, si teme l’apertura di un dibattito sulla obbligatorietà dei vaccini.
I possibili danni da vaccino sono temi che il Servizio Sanitario Nazionale deve affrontare, e che non possono essere liquidati semplicemente trincerandosi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno (anche di fronte all’evidenza dei fatti, come il DNA).
Fa specie, e un po’ preoccupa, che alcuni medici non si pongano il dubbio, o sottovalutano le possibili conseguenze. Le certezze nel campo medico-scientifico, espresse con troppa sicurezza, un po’ allarmano.
Anche la medicina – come gli stessi medici sanno – non è una scienza esatta.
Il nostro, quindi, non è il tentativo di “colpevolizzare” né la struttura sanitaria pubblica né i singoli operatori. Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare e quindi riconoscere il danno provocato.
In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.
Grazie a quanti hanno avuto la costanza di leggere, fino in fondo, quanto fin qui esposto, indipendentemente dalle loro opinioni che avevano, che hanno, o che possano aver modificato leggendo questo sito.
a nome della famiglia – Francesco Mascolo
Email: info@vacciniedisturbi.it
“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.