“Cosa” e “chi” ci ha Sostenuto

“Cosa” e “chi” ci ha sostenuto in questi anni

Dopo il racconto dei fatti, va anche sottolineato “Cosa” e “Chi” ci ha sostenuto in questi anni.

Certamente l’esigenza di dare risposta alla domanda che si fa il ragazzo, e sicuramente si farà in futuro, in merito alla causa della sua patologia. Perché è necessario che il ragazzo viva con serenità la sua situazione, ed ha il diritto di conoscere la causa della sua patologia. Ciò, lo si deve ad una persona, nella speranza che possa vivere serena e cosciente la sua vita, con la disabilità che deve portarsi dietro.

E poi, certamente il bisogno di verità: quella vera, non quella di convenienza.

La verità è sempre e solo una, e non sempre è quella dichiarata nelle aule dei tribunali. La VERITA’ è alla base di ogni ricerca scientifica (anche nel campo della medicina). Quella verità che non è frutto delle convenzioni (legittime) umane. Ma è anche elemento fondamentale che pone al centro il bisogno di appagamento della coscienza.

Non è la ricerca di un colpevole che ci interessa, ma la verità dei fatti, che non può, ne deve, mai essere ommessa.

E’ questo che ci sprona, e ci sostiene, nella ricerca della verità.

Infatti: “ La giustizia (del cristiano) non dipende dalla semplice osservanza della legge, ma dal fatto che è nel cuore che si decide l’atteggiamento più vero e più radicale dell’uomo, è lì che bisogna portare l’attenzione e la scelta. Questa è la superiore esigenza della legge”.

La “Giustizia” basa la sua natura di essere, solo ed esclusivamente sulla verità. Quando viene a mancare l’interesse per la ricerca della verità, anche nelle aule di giustizia, si pratica solo una giustizia di comodo.

La verità quindi, non solo come elemento di certezza, ma anche, e soprattutto, come elemento di speranza.

Noi questo bisogno lo abbiamo trovato nella fede. Perché la fede, è anche “fiducia” nella verità.

Ecco perché non abbiamo mai perso la speranza della verità.

Vaccini e disturbi - bambino/a

E’ da questa speranza che pensiamo di “essere guidati” da “CHI” è al di sopra di noi, verso quelle scelte e decisioni che (ancora oggi) ci consentono di affrontare con fiducia la strada da seguire.


Non è una scommessa, ma è un impegno che ci si assume, perché sta a noi saperlo e volerlo scegliere. E ancor più, il bisogno del “bene” verso gli altri a cui ogni persona è chiamata.
Ma di tutto questo se ne ha la consapevolezza soltanto “dopo”. Perché è solo “dopo” che ti rendi conto della strada percorsa.

E’ con questa consapevolezza che ci siamo resi – ancor più – conto della certezza che c’è “chi ci guida e ci vuole bene”.

Uno dei tanti episodi che ci portano a questa consapevolezza, è il fatto che qui riportiamo:

A seguito del primo ricovero al “C. Besta” (marzo/aprile 2000) al momento della consegna della lettera dimissioni, quando viene comunicato l’esito degli accertamenti eseguiti, la domanda posta al medico è stata: “ Prima di sapere che cosa è successo e come, ci interessa sapere e capire che cosa bisogna fare per migliorare la situazione, presente e futura, del bambino. ” La dott.ssa ci ha risposto: “Nel campo della neurologia (come scienza medica) sappiamo ancora poco e c’è molto ancora da scoprire, figurarsi in quella pediatrica ”.

Ecco, qui è scattata la molla, non fermarsi e attendere, ma cercare di capire come e cosa fare.

Dopo la constatazione del “danno” interessa principalmente sapere come muoversi e cosa fare per migliorare la situazione che si ha di fronte.

Non interessa solo di capire “cosa” ha provocato il danno, ma “come” cercare di uscirne fuori nel miglior modo possibile.

E da questa consapevolezza che ogni giorno, con fiducia, abbiamo guardato in faccia la realtà. Anche quando lo sconforto cercava di prendere il sopravvento.
Ciò che ci conforta sono i risultati delle cure appropriate che tanti altri medici hanno prescritto, (i cui costi vengono sostenuti integralmente dalla famiglia senza l’intervento della Sanità Pubblica), e di cui vediamo i risultati positivi.

Da tutta questa vicenda abbiamo imparato a non generalizzare e a distinguere, perché, anche nella Sanità Pubblica, c è chi svolge il proprio ruolo, sempre e comunque, nell’interesse del cittadino utente.
Queste persone sono sicuramente la stragrande maggioranza, e alle quali va il nostro totale e convinto Grazie.

Come le tante iniziative intraprese.

Pensiamo, per esempio, alla visita medica dall’omeopata medico pediatrico del Policlinico di Bari; alla visita medica neurologica dal medico ricercatore di TELETON del Bambin Gesù di Roma; alla visita medica dalla Fisiatra di Chiavari; ai contatti e chiarimenti di informazioni con il Prof. Di Mauro della “Columbia Univerity” di Nuova York; alla visita medica e ricerca delle quantità di mercurio presso il Laboratorio di Tossicologia Professionale del Dipartimento di Medicina di Laboratorio della Clinica del Lavoro di Milano; alle visite mediche presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pisa e ricovero presso la IRCCS Fondazione Stella Maris Università degli Studi di Pisa; alle visite mediche e ricoveri (2000 – 2001 – 2004 – 2014) presso l’Istituto Neurologico “C. Besta” Unità Operativa Neurologia dello Sviluppo, dove sono stati eseguiti i test del DNA sul ragazzo e sui genitori (esito negativo); alle visite periodiche (e controlli) al reparto di Epatologia “Regina Elena” della “Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico” di Milano.

Pensiamo anche alla responsabile dell’ “Area Prevenzione Territoriale dell’ASL di Como” che, a seguito della ricerca degli anticorpi, visti i risultati, ha ritenuto dover sospendere il richiamo vaccinale “Difterite-Tetano-Pertosse”.

E tante altre iniziative e attività fisiologiche presso la UOMPIA, come quelle logopediche fisiatriche e fisioterapiche; visite mediche neurologiche eseguite presso il centro de “la Nostra Famiglia” di Bosisio Parini, (centro distaccato di Como); come pure tanti altri medici e centri di recupero riabilitativi, che sono parte integrante del cammino intrapreso, e che certamente non si ferma.

Ma vogliamo sperare e credere anche in una struttura pubblica (come il SSN) di uno Stato civile, che sia capace di dire: “si il danno è stato fatto, anche se nessuno lo ha voluto, e lo riconosco” , senza più trincerarsi dietro le ambiguità, del tipo: “…presumibilmente di natura genetica…”.

Infondo, la medicina in quando scienza, per poter progredire e svilupparsi nell’interesse della salute, ha sempre bisogno della verità.

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

Vaccini e disturbi - siringa

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”

…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

Vaccini e disturbi - sito

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.