Criticità
La sentenza della Corte D’Appello fa riferimento all’Epatite “C’ (pag. conclusiva). Mentre non vi è alcun riferimento nella sentenza del Tribunale. Per noi questa constatazione – non presa in considerazione prima – forse avrebbe potuto cambiarne l’esito, individuando nella mancanza degli anticorpi la ragione di impedimento del vaccino anti-Epatite, così come è emerso nel 2015, quando il ragazzo doveva essere sottoposto al richiamo vaccinale.
Nelle stessa sentenza si dice (nelle penultima pag.) che non vi è stata replica al CTU da parte del CTP. Falso. Questa affermazione non è vera. La relazione del CTP è stata consegnata il 12 luglio 2010 e il giudice non ne ha tenuto conto. Mentre la sentenza porta la data del 19 luglio 2010.
Inoltre, Il CTU era dipendente dell’Ospedale S. Anna di Como, dove il bimbo è stato più volte ricoverato.
Durante il ricovero all’Ospedale S. Anna da 1/9 al 4/9 1999 non è stata eseguita la TAC nonostante l’insistenza della madre (e come richiesto da alcuni medici) anche in considerazione dei disturbi manifestati. Se fosse stata eseguita una ricerca più approfondita non avremmo fatto la vaccinazione del 23/9/1999, a seguito della quale vi è stato un peggioramento della situazione clinica.
Inoltre, Nella relazione del CTP del 10/12/2007, a pag. 9 si legge che la patologia del bambino è acquista (non genetica) e che per questa ragione essa (la patologia) ha avuto un decorso iniziale di sviluppo, seguito da una stabilizzazione, e successivamente di regressione. Se invece si fosse trattato di una patologia genetica il responso sarebbe stato molto più severo, portando il soggetto a morte certa nell’ arco di un anno.
Questa affermazione ha fatto, e continua, a far parte integrante della documentazione sottoposta a chi di competenza, e nessuno si è mai sognato di contrastarla.
Purtroppo, il giudice, pur avendola agli atti, non ne fa menzione. Perchè?
Nonostante le nostre insistenze (come da documenti allegati) l’ASL non ha mai consegnato i lotti vaccinali, adducendo motivazioni di trasloco.
La CM.O, ricevuta la documentazione da parte Della AST Lariana, in data 5/03/2018, non ha preso minimamente in considerazione la richiesta supportata da nuova documentazione (l’esistenza dell’Epatite “C” al momento delle somministrazioni delle dosi vaccinali e soprattutto, gli esiti del DNA del ragazzo e dei genitori, che di fatto escludono in modo categorico l’affermazione ” .. presumibilmente genetica .. ” della patologia), richiamandosi al verbale del 2/10/2007. Mentre avrebbe dovuto tener conto della documentazione integrativa (DNA ed Epatite) che non potevamo avere nel 2007.
Per queste ragioni riteniamo non corretto il comportamento della CM.O.
Inoltre, si sottolinea che la CM.O. non ha tenuto in considerazione il DNA (che è elemento fondamentale per la ricerca della verità processuale (anche a distanza di tanti anni) e l’esistenza dell’Epatite “C”. Si tratta di un errore o di una precisa volontà?
Ci chiediamo perché la CM.O. non si preoccupa di accertare la verità dei fatti. Quale verità ha accertato?

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.