Danni da vaccini: è mancanza di volontà di volerli riconoscere.
E’ grave il comportamento della politica che, invece di informare correttamente la popolazioni sull’uso, e abusi, dei vaccini, Impone l’obbligo. Viene da chiedersi su quali basi scientifiche, il parlamento, il governo, il capo dello Stato, hanno imposto l’obbligo vaccinale? Come è possibile che i parlamentari abbiano votato, e approvato, una legge, quella della Lorenzin (tanto discutibile), senza rendersi conto delle possibili ricadute sulla salute dei cittadini? I vaccini, come tutti i farmaci, hanno delle contro-indicazioni. Purtroppo, quando si ha a che fare con i grandi numeri si rischia di sottovalutare l’aspetto individuale.Dare per scontato che “ciò che va bene per cento persone, va sicuramente bene per centouno”, oltre che falso è anche dannoso. Ogni persona umana è unica nel suo genere, anche sul piano fisico-biologico-genetico.
Difficilmente gli “utenti” vengono informati di eventuali rischi che si possono correre anche con i vaccini.
– Chi ha il compito di informare che quella tale patologia è in contrasto (o peggio
dannosa) con la somministrazione del vaccino?
– Chi si preoccupa di informare degli eventuali effetti collaterali?
– A chi attribuire la responsabilità di eventuali danni da vaccino?
Il servizio sanitario non sembra essere ben disposto a rispondere a queste domande. Salvo far firmare qualche liberatoria.
Ecco, a queste domande occorre dare risposta.
Sono queste responsabilità che vogliamo far emergere. E’ questa la mancanza di volontà, ancorché di conoscenza, della politica, che qui si vuol far emergere. Certamente non con spirito di rivalsa, ma con la consapevolezza che la salute, bene primario di ogni singola persana, va sempre tutelata.
Non credo che siano tutti corrotti, anche se qualcuno può esserlo. Credo piuttosto alla mancanza di conoscenza di un tema tanto delicato quanto importante per la salute di tutti i cittadini.
Lo Stato ha il diritto di salvaguardare l’immunità di gregge, ma ha anche il dovere di tutelare la salute del singolo. Né può esserci la collettività se non si considera la volontà e il rispetto fondamentale di ogni singola persona. La collettività esiste in quanto esistono le persone e la collettività è “un insieme di persone”. Ecco perché è la politica a dover rispondere sui danni da vaccini.
I danni da vaccino non sono un’invenzione, ma una realtà che vive chi ne è colpito, insieme alla sua famiglia. Di danni da vaccini ce ne sono moltissimi che lo Stato non accetta di riconoscere, per il semplice fatto di non ammettere gli errori del Servizio Sanitario Nazionale. La responsabilità è della politica che spesso si rifiuta di riconoscere i danni da vaccini, come previsto dalla legge 210/92. Per esempio: Chi è portare di Epatite dovrebbe essere esentato da certi vaccini? Ma nessuno lo dice. Signori, è cosi che si pretende di continuare a gestire la salute pubblica? Infatti il problema è proprio quello della mancanza di volontà di assumere la responsabilità di dichiarare il danno da vaccini. Pur di non dire la verità sui danni da vaccini, Il ministro della salute, Il SSN, LE CASE FARMACEUTICHE, hanno preferito inventare timori inesistenti, sapendo di mentire, imponendo L’obbligo dei vaccini. Purtroppo, grazie al fatto che Il nostro Sistema Sanitario Nazionale INVECE di mettere al centro delle proprie attenzioni la salute dei cittadini, mette più attenzione agli interessi economici, soprattutto delle case farmaceutiche. E’ questo il tema sul quale va richiamata l’attenzione, sia della classe medica, sia della classe politica.
Nel caso dei vaccini pediatrici, molti genitori sono spaventati dalla mancanza di informazioni, su eventuali possibili conseguenze. Perché non si affronta anche questo aspetto? Fa specie che ogni volta che si tenta di evidenziare il nesso causale con i danni provocati dai vaccini ci si sente dire che la malattia potrebbe essere “presumibilmente genetica”, anche quanto i fatti smentiscono queste affermazioni.
Perché il tema vaccini diventa sempre più di attualità
Quello che manca, sul tema vaccini, è una corretta informazione.
E’ ferma convinzione che i vaccini sono una conquista di civiltà, ancor prima che sanitaria. I benefici ottenuti nei paesi che già ne fanno uso, rappresentano e confermano questa convinzione. Ma Nessun medico, onesto e scrupoloso, dirà mai che i vaccini sono sempre e totalmente sicuri. Potrà dire che sono utili, che sono necessari, che hanno salvato tante vite umane, ma non potrà mai dire che sono sicuri per tutti al 100%.
I vaccini sono farmaci preventivi, e come tali non possono andar bene per tutti (ogni persona umana è unica nel suo genere, anche sul piano fisico-biologico-genetico, a maggior ragione quando si tratta di un bambino, ancorché fragile e privo degli anticorpi necessari, quale è un neonato), o per tutte le patologie. Sarebbe come dare lo stesso farmaco per il mal di testa a chi ha il male al piede. Per questa ragione i vaccini devono essere “adattati” a chi li riceve, e per questo è necessario conoscere clinicamente la persona a cui il vaccino è destinato. Ma di questi temi nessuno ne parla. Perché?
Lo Stato ha il diritto di salvaguardare l’immunità di gregge, ma ha anche il dovere di tutelare la salute del singolo. Dare per scontato che “ciò che va bene per cento persone va sicuramente bene per centouno”, oltre che falso è anche dannoso. I danni da vaccino non sono un’invenzione, ma una realtà che vive chi ne è colpito, insieme alla sua famiglia.
Spiace dover tornare su questo tema, che da sanitario è diventato politico. Sul tema vaccini si parla molto spesso a sproposito, senza sapere di cosa realmente si tratta. Il problema non è “vaccini si o vaccini no”, bensì il riconoscimento dei danni da vaccini, che solo chi ne è colpito sa realmente di cosa si tratta. Vi sono delle responsabilità che il SSN non vuole assumere. Inoltre Il riconoscimento del danno da vaccini comporta un indennizzo, come previsto dalla legge 210/92, che lo Stato è obbligato a RISARCIRE. Visto il considerevole numero dei danneggiati la spesa andrebbe ad incidere in modo sostanzioso sul bilancio dello stato. Ma soprattutto le ASL sono chiamate ad effettuare più severi controlli sia sui vaccini, in quando farmaci preventivi, sia su eventuali patologie (Come l’epatite) che sono in contrasto con certi vaccini. A volte si parla e straparla senza conoscere realmente il tema. Non esistono i NO VAX Esistono persone che ragionano e si fanno domande
Il contrasto è il non volerlo riconoscere.
E’ questo il tema sul quale va richiamata l’attenzione, sia della classe medica, sia della classe politica. Molti genitori sono spaventati dalla mancanza di informazioni, su eventuali possibili conseguenze. Perché non si affronta anche questo aspetto? Fa specie che ogni volta che si tenta di evidenziare il nesso causale con i danni provocati dai vaccini ci si sente dire che la malattia potrebbe essere “presumibilmente genetica”, anche quanto i fatti smentiscono queste affermazioni.
In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini. Inoltre, è doveroso far notare che i vaccini, in presenza di determinate patologie, possono essere dannosi per chi li riceve. In presenza della patologia dell’epatite, i vaccini possono essere dannosi. Non lo dico io, ma il responsabile dell’area territoriale prevenzione dell’ASL che, in presenza dell’HCV RNA POSITIVO (epatite) ha ritenuto dover sospendere “…la somministrazione del richiamo della vaccinazione contro le seguenti malattie: DIFTERITE TETANO PERTOSSE…”
Questo conferma che in presenza di determinate patologie i vaccini possono essere dannosi. Inoltre, se è vero, come è vero, che il DNA consente di risolvere complessi casi giudiziari, anche a distanza di oltre 30 anni, non si vede perché lo stesso idoneo strumento – che la scienza medica mette a disposizione – non debba essere tenuto in considerazione anche nella fattispecie dei danni da vaccini. Un esempio: “l’esito del DNA: “TEST NEGATIVO” (del ragazzo e dei genitori) conferma che non vi sono modificazioni genetiche che possano essere correlate alla patologia di cui il ragazzo è effetto”. E che il “presumibilmente genetica…” spesso è solo l’alibi per non assumere responsabilità. Ma ciò che fa ancor più male è che, anche in presenza del DNA, organi e strutture dello Stato (il S.S.N., l’ASL, la CMO e il Ministero della Salute) se ne lavano letteralmente le mani. Ecco perché il tema dei vaccini diventa sempre più di attualità. Le ragioni vanno ricercate in quelle responsabilità alle quali non si vuole dare risposta. Ci rendiamo conto, infatti, che la certificazione del danno da vaccino, comporta una serie di responsabilità che non si vogliono affrontare.
Alle autorità sanitarie competenti, alla stampa e a tutto il mondo dell’informazione, rivolgo il seguente invito: “Non aspettate che i danneggiati da vaccini diventino sempre più numerosi per prendere in seria considerazione le possibili conseguenze, lo richiede la vostra coscienza, etica e professionale, ma anche la vostra dignità umana”.
Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute) e quindi riconoscere il danno provocato e a questo far seguire un risarcimento, anche sotto forma di copertura assicurativa. Sostenere che i vaccini non sono mai causa di effetti collaterali, è una grande falsità. E questo i medici, scrupolosi e onesti, lo sanno molto bene. Si tratta di farlo entrare anche nella testa dei politici che, spesso, oltre a non conoscere la materia sono più facili alla corruzione.

Nel mese di marzo, il primo ricovero (che dura due settimane) presso il “C. Besta” di Milano, ospedale specialistico per la neurologia, dove viene confermata la diagnosi di “Atrofia Cerebellare”. Il Bambino viene tenuto sotto controllo e monitorato. I ricoveri si ripetono periodicamente, almeno una volta l’anno. Nel 2004 viene effettuata una biopsia sul muscolo del bambino, il cui esito non ci viene mai definitivamente comunicato. La pediatra che ha in cura il bambino, dopo diversi solleciti fatti al laboratorio di analisi, si sente dire che il “campione” Bio-piotico non è mai arrivato, forse scambiato o perso durante il trasporto.
In data 25 – 05 – 2004 “L’Istituto Nazionale Neurologico C. Besta” certifica la diagnosi: “Malattia Mitocondriale” senza però specificarne la causa.
Nel mese di ottobre 2007 Il bambino (oramai ragazzo) viene ricoverato presso la Clinica Pediatrica di Pisa “Stella Maris”.
Esami eseguiti durante il ricovero:
- Elettromiografia arti inferiori (muscolo tibiale anteriore) e arti superiori (muscolo interosseo): nella norma
- Velocità di conduzione sensitiva arti inferiori (nervo surale) e arti superiori (nervo ulnare): nella norma
- Velocità di conduzione motoria arti inferiori (nervo peroneo profondo) e arti superiori (nervo ulnare): nella norma
- EEG s/v: normale attività di fondo. Rare anomalie aguzze sulle aree anteriori, lievemente attivate dalla iperventilazione e dal sonno. Attività rapida inabituale sul vertice e sulle aree anteriori, più evidente in sonno.
- Esami ematochimici di routine: senza significative alterazioni.
- Biopsia cutanea per dosaggio Coenzima Q: in corso
- RM encefalo e spettroscopia protonica e fosforica: in corso di refertazione Assenza di lattato in spettroscopia protonica.
- Acilcarnitine su spot ematico: in corso di studio.
A seguito di continue richieste dell’esito della Biopsia ci sentiamo rispondere che “…il campione non era più idoneo per gli esami del caso a causa del lungo tempo trascorso…”
Considerati i due episodi relativi alle Biopsie, del “C. Besta” e della “Stella Maris” comincia così ad insinuarsi il sospetto che non si vuole far conoscere la verità, e che interessi diversi (negligenza della struttura sanitaria pubblica, case farmaceutiche?) possano averne condizionato l’esito. Certo, è solo un sospetto, ma non ci sentiamo di pensarla diversamente.
Mercurio
Nel mese di Aprile 2001, viene effettuato un controllo sul dosaggio del mercurio sul bimbo presso il Laboratorio di Tossicologia Professionale del Dipartimento di Medicina di Laboratorio della Clinica del Lavoro di Milano. Dagli esami delle urine risulta che la dose di mercurio è di almeno 10 volte superiore alla norma. Viene quindi effettuato un sopralluogo nella nostra abitazione al fine di verificare se nelle vicinanze ci siano impianti per la produzione o lo stoccaggio di mercurio. L’esito fu negativo.
Dopo qualche anno questi controlli vengono ripetuti sia nelle urine e nel sangue del bimbo, sia in quelli dei genitori. In questo caso, con esiti che entrano nella normalità.
IL mercurio, quale elemento conservante dei vaccini a basse temperature, già dal 2003 è considerato fuori legge con decreto del Ministero della Sanità. Questa decisione venne assunta a seguito delle considerazioni mediche e scientifiche che a livello sanitario avevano portato a ritenere il mercurio letale per la salute, tanto che paesi come la Francia la Germania l’Inghilterra e gli Stati Uniti avevano provveduto prima dell’Italia a dichiarare il mercurio dannoso, e quindi fuori legge. Va da se, la considerazione che non esistono più in commercio strumenti diagnostici a base di mercurio.
Coenzima
Contestualmente, un chirurgo pediatrico di altra struttura ospedaliera visita il bambino che, oltre a confermare la diagnosi, riscontra una carenza di “Coenzima Q10”, dovuta al contagio di un metallo pesante. Sinteticamente ci viene spiegato che essendo i vaccini elementi vivi, vengono conservati a temperature molto basse per mantenere la loro efficacia e che, all’epoca, veniva usato il mercurio (metallo pesante) quale elemento utile per conservare i vaccini vivi a basse temperature.
Al momento della somministrazione di questi vaccini, nel nostro caso, questo metallo pesante (presente come conservante del vaccino), è entrato in contatto con il vaccino e si è inoculato nel corpo del bambino, andando a ledere e alterare gli organi preposti per il normale metabolismo, provocando la riduzione e l’alterazione della produzione di questo enzima, che ha provocato l’ “Atrofia Cerebellare”.
Il medico prescrive anche una cura omeotossicologica atta ad eliminare o ridurre la presenza di un “corpo estraneo” come il mercurio.
Già dopo alcuni mesi si cominciano a vedere i primi effetti benefici. Questa cura continua ancora adesso, e ne riscontriamo gli indubbi riscontri positivi.
In quella circostanza ci viene spiegato che la filosofia della medicina omeopatica, non si limita a “combattere” il male, ma ha la funzione di ricercare e rimuoverne le cause che lo hanno prodotto.
Non è nostra intenzione sostenere alcuna “filosofia medica”. Né pro, né contro l’omeopatia. Per noi contano i fatti.
Successivamente, il bimbo viene visitato nella clinica pediatrica “Bambino Gesù” di Roma, dove viene conferma la stessa diagnosi, e viene prescritta la somministrazione del Coenzima Q10. Da allora il bambino assume una dose giornaliera di 200 mg di Coenzima Q10.
Questo farmaco viene preparato da una farmacia, su prescrizione medica e su autorizzazione dell’ASL: autorizzazione rinnovabile ogni anno.
Fino all’età di 7/8 anni il bimbo, pur manifestando sintomi di miglioramento non riusciva a stare in piedi, e solo successivamente e lentamente ha acquisito la capacità di deambulazione, sostenuto da un adulto, o da ausili meccanici.
Le visite mediche periodiche evidenziano un continuo, anche se lento, miglioramento nelle staticità e nella deambulazione (con evidente soddisfazione di chi gli vuole bene e degli stessi medici che lo hanno in cura), anche se quando cammina ha una andatura incerta e ondeggiante.
La cura a base di Coenzima Q10 continua secondo il parere del medico, e quando si ritiene opportuno, viene modificata e integrata.
Su indicazione dello specialista, il 4 Giugno 2004, vengono eseguiti presso il laboratorio della “Fondazione Centro San Raffaele di Milano” dei prelievi per una tipizzazione molecolare degli allei HLA, per un dosaggio degli anticorpi, come riportato nella documentazione.
Questi risultati confermano che non vi sono “difetti” genetici nella struttura molecolare del bambino.
“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.