ETICA MORALE E PROFESSIONALE
La superficialità del comportamento umano (anche di Medici, Magistrati, funzionari pubblici ecc…), qualche volta danneggia l’utente-cittadino.
Quello che qui vogliamo sottolineare è come queste persone, che devono applicare le legge e i regolamenti, le interpretano e le applicano secondo la “loro” volontà.
Magari secondo la “loro” formazione ideologica e a volte anche politica, o ancora peggio, secondo la loro convenienza ed interesse che da tale comportamento ne può derivare.
Ci indigna la mancanza di etica morale, e professionale di chi, pur di non riconoscere le responsabilità, si trincera dietro la formula “…presumibilmente genetica…”
Infatti, se si entra nel merito delle considerazioni di natura medica (per altro documentate e agli atti), viene da chiedersi: come mai il CTU (Consulente Tecnico Unico) nominato dal Tribunale per la ricerca della verità, alla fine della sua relazione esprime il parere di non causalità tra la patologia e i vaccini, mentre nel corso della visita medica e negli incontri con i Consulenti di Parte, la sua opinione sembrava essere ben diversa?
Va precisato che a seguito della visita medica, effettuata al bambino (oramai ragazzo) nello studio medico del CTU, dott. Domenico Santoro, primario di Malattie infettive dell’Asst Lariana, alla presenza dei CTP, dott. Natale Curtò Medico-Chirurgo Specialista in Neurologia e Psichiatria Dirigente Medico Clinica Neurologica Osp. S. Gerardo di Monza, e dott. Mario Guidotti neurologo dell’Ospedale Valduce di Como, gli stessi verbalmente avevano convenuto di non dover sottoporre ad ulteriori stress il bambino, tanto era evidente la situazione clinica. Purtroppo, di questa considerazione non vi è traccia nella relazione conclusiva della sentenza.
Viene da chiedersi se tale comportamento sia perfettamente consono al giuramento di Ippocrate che ogni medico fa all’atto dell’inizio della sua carriera professionale.
Chi, e che cosa, gli ha fatto cambiare parere?
Perché lo stesso CTU, alla data della prevista consegna della sua relazione aveva chiesto un ulteriore proroga?
Questo comportamento legittima il sospetto, certo solo un sospetto, che qualche interferenza possa esserci stata.
Ma c’è di più. Nella sentenza del Tribunale, emessa in data 19 luglio 2010, non viene fatta menzione della contro-relazione del CTP dott. Curtò circa le incongruenze espresse dal CTU, per altro regolarmente depositata il 12 luglio 2010 – ovvero una settimana prima della sentenza – e di cui non compare nessun riferimento nella sentenza del giudice.
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Domenico Santoro, in pensione dall’agosto del 2016, già primario emerito di Malattie Infettive dell’Asst Lariana, (nonché CTU, nominato dal giudice Beniamino Farnioli, per il riconoscimento del danno da vaccino, come previsto dalla legge 210/92) su indicazione dei Sindaci dei comuni, Viene nominato dalla ASST Lariana, responsabile dell’Ufficio di Pubblica Tutela dal primo luglio 2017. L’Ufficio è un organismo indipendente dall’Azienda che svolge la propria attività per la concreta realizzazione dei diritti dei cittadini e del loro bisogno di salute. In particolare, l’Upt opera in rappresentanza delle istituzioni civili e sociali perché siano resi effettivi i diritti degli utenti sanciti a livello nazionale e regionale nell’area dell’informazione, dell’umanizzazione delle prestazioni e del superamento del disagio e della fragilità.

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.