NON ESISTONO “NO VAX” ESISTONO PERSONE CHE RAGIONANO
“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
“…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato”.
Difficilmente gli “utenti” vengono informati di eventuali rischi che si possono correre anche con i vaccini.
– Chi ha il compito di informare che quella tale determinata patologia è in
contrasto (o peggio dannosa) con la somministrazione del vaccino?
– Chi si preoccupa di informare degli eventuali effetti collaterali?
– A chi attribuire la responsabilità di eventuali danni da vaccino?
Il servizio sanitario non sembra essere ben disposto a rispondere a queste domande. Salvo far firmare qualche liberatoria.
Ecco, a queste domande occorre dare risposta. Sono queste responsabilità che vogliamo far emergere.
Certamente le motivazioni che stanno alla base della precisa volontà di non voler riconoscere il nesso causale con il danno da vaccino, non sono di ordine medico.
– Il riconoscimento del danno da vaccino rischia di aprire un dibattito sia sulla
loro obbligatorietà, ma soprattutto, sulla loro totale sicurezza.
– Il riconoscimento del danno da vaccino comporta un indennizzo per il danno provocato.
– Ma comportaanche una maggiore responsabilità della struttura sanitaria
pubblica, come le ASL che devono esercitare maggiori controlli sui vaccini e
accertarsi che non ci siano contro-indicazioni con eventuali patologie di cui il destinatario potrebbe essere affetto.
– Ma soprattutto chiama in causa la responsabilità delle case farmaceutiche che
hanno prodotto, e producono, i vaccini.
Ci rendiamo conto che il riconoscimento del danno da vaccino comporta una serie di considerazioni, quali:
– aprire le porte alle numerose richieste di risarcimento,
– chiamare in causa anche le stesse case farmaceutiche che hanno prodotto quei vaccini.
– Le ASL che devono applicare maggiori controlli: verificare che non ci siano
controindicazioni con eventuali patologie di cui il destinatario dei vaccini
potrebbe essere affetto.
Questi sono temi che non possono essere scaricati sul cittadino-utente danneggiato. La salute dei cittadini viene prima di altre considerazioni, anche di carattere economico.
Occorre maggior coraggio, a cominciare dalle istituzioni preposte, con onestà etica, morale, professionale, e anche politica, affrontare il tema dei vaccini.
Può succedere (e succede) che, ci siano “soggetti” portatori di patologia che a contatto con alcuni vaccini sviluppano danni i cui effetti collaterali spesso non sono noti, o sottovalutati.
Ecco perché – quella dei vaccini – è una materia da non sottovalutare. A maggior ragione quando si tratta di un bambino o di un anziano, ancorché fragile e privo degli anticorpi necessari.
La scarsa conoscenza degli eventuali effetti collaterali dei vaccini, può indurre anche a situazioni sgradevoli.
Non si tratta di essere contrari, ma di approfondire le conoscenze e gli effetti collaterali che ne possono scaturire.

“…Alla luce di tutto quanto riportato nella ricostruzione dei fatti con l’anamnesi, nell’analisi della documentazione clinica esistente, nonché degli aspetti giuridici legati alla legge 210/92, è possibile affermare con ragionevole sicurezza che fra le vaccinazioni e la reazione avversa, esiste un nesso causale, o quanto meno concausale.”

“…Pur di negare il nesso causale con i vaccini, in molte occasioni vengono avanzate ipotesi assolutamente indimostrate e indimostrabili, al solo scopo di coprire le responsabilità per mancata vigilanza, anche incolpevole, dello Stato e per lui, del Servizio Sanitario Nazionale.”
…Si tratta semplicemente di ammettere che l’incidente può capitare (forse in numero superiore a quello dichiarato possibile dal Ministero della Salute), e quindi riconoscere il danno provocato, senza trincerarsi dietro la formula “…presumibilmente genetica…” per non riconoscere il danno.

In un paese civile, quale il nostro pretende di essere, riconoscere un errore, anche quando non c’è dolo, non può essere motivo di scandalo ma l’occasione per correggere eventuali distorsioni nelle procedure e nelle somministrazioni di farmaci, come appunto sono i vaccini.